25 Apr 2020
Quanto costa il matrimonio perfetto
Servono circa 24mila per coronare il sogno di una vita. Un business miliardario che per le aziende del settore è destinato a crescere
Un sabato di fine settembre. Pomeriggio inoltrato, le lancette segnano le 17. Ci sono 114 invitati che aspettano di lanciare il riso agli sposi. Lei, 32 anni, di bianco vestita. Lui, 35 anni, completo con papillon. Si sono appena giurati amore eterno e si preparano a festeggiare con famiglia e amici. È questo l’identikit del matrimonio perfetto “all’italiana”. Nel 2016 – ultimi dati disponibili dell’Istat – ne sono stati celebrati 203.258, meno rispetto a dieci anni prima (245.992), ma comunque in ripresa sui 194.377 del 2015.
Il matrimonio tricolore negli anni è cambiato. Non ci sposiamo più come facevano i nostri nonni, ma nemmeno come facevano mamma e papà. Anzi, c’è una notizia: i nostri nonni hanno ripreso a sposarsi. Negli ultimi dieci anni il numero di persone che ha detto “sì” dopo aver spento 70 candeline è aumentato del 55,7% (dati Sposa Italia su base Istat). Passando da 1.906 del 2005 a 2.967 del 2015.
Un giro d’affari miliardario
In media in Italia il costo di un matrimonio è di 23.970 euro. La stima è di Matrimonio.com, piattaforma vetrina per gli operatori del settore (la ricerca ha coinvolto oltre 2.400 aziende del settore e ha raccolto più di cinquemila questionari da coppie). A conti fatti le nozze muovono un business di 4miliardi e 872milioni. C’è differenza tra nord e sud. Al settentrione per il grande giorno in media si spendono 22.103 euro, nel mezzogiorno si raggiunge quota 30.337 euro. In media gli invitati sono 114. E per ciascuno la coppia paga 210 euro. Anche in questo caso, c’è un gap tra nord e sud. Nello specifico: 221 euro al nord, 220 al sud (dove è maggior il numero di invitati, in media 138) e 229 euro al centro.
“Spendiamo tanto”, commenta Davide Arcidiacono, docente di Sociologia dei consumi all’Università Cattolica di Milano. “Quello delle nozze è un ambito ancora ostentativo. Dove paradossalmente chi ostenta di più, ha meno disponibilità economica. L’upper class è più minimal. Alla less is more. Investe nella qualità, nella scelta dei materiali, fiori, stilisti”. In ogni caso non è raro che oggigiorno “ognuno paghi per i propri ospiti”. Nemmeno 50 e 50, si fa la conta: quanti sono i tuoi e quanti i miei. E ciascuno degli sposi versa per i propri.
È l’effetto di un cambiamento nel “modo di vivere questi acquisti”, osserva Arcidiacono. E aggiunge: “Prima erano di pertinenza femminile. Erano una scelta negoziata all’interno della famiglia della sposa. Con un’asse femminile madre della sposa-sposa”. Ora invece “la partecipazione alle scelte è condivisa, c’è un rapporto più negoziale tra lui e lei. Lui mette del suo anche economicamente e in ogni caso vuole avere voce in capitolo”.
Inoltre da quando, nel maggio 2016, la legge Cirinnà ha introdotto in Italia le unioni civili, ne sono state celebrate circa 6mila. E questo, per gli operatori del settore, è un business dalle grandi potenzialità. Perchè la legge “ha ampliato il mercato matrimoniale a chi non era un target“, spiega Arcidiacono. Tanto che il 48% delle imprese intervistate da Matrimonio.com prevede un aumento del fatturato, dal 5% al 20%. Il 30% delle aziende ammette che i prezzi stanno aumentando, mentre per il 61% sono rimasti stabili.
Cosa dicono i dati
L’estate resta la stagione preferita per dirsi sì. Il picco dei matrimoni è da maggio a ottobre. Il mese di picco è settembre (37.235 matrimoni nel 2016, fonte Istat). Seguono giugno, luglio, agosto (nonostante le vacanze), maggio e ottobre. Se al contrario si studiano i trend di ricerca delle informazioni sulle nozze, il picco di ricerca oscilla, a seconda degli anni, tra marzo, maggio e settembre.
Nel 58% dei casi la cerimonia è da mezzogiorno in poi. Ancora lontana la tendenza della due giorni di festeggiamenti, come accade in alcuni Paesi all’estero. L’estero però ci guarda con attenzione: siamo meta di matrimoni in grande stile. E non solo di russi e americani, ma anche dei cinesi.
Dopo che la coppia italiana si è decisa a compiere il grande passo impiega circa 12 mesi per preparare le nozze se non si avvale di un wedding planner, che fa lievitare i costi. Si rivolge a un esperto il 9% delle coppie. Le stesse aziende riconoscono che il risparmio è uno dei principi guida dell’organizzazione, tanto che, ad esempio, il 47% delle coppie scarta location a causa del prezzo.
Ma in un matrimonio su quattro, gli sforamenti principali del budget sono dovuti al pagamento del diritto d’autore alla Siae. Al secondo posto: le decorazioni extra. Due voci rappresentano variabili importanti. Prima: i fiori. Nel 26% dei casi la spesa supera i 500 euro. Nel 39% i mille euro. Nel 18% i 1.500. Seconda: la macchina. Chi ha reddito più basso usa un veicolo di familiari o amici. Solo il 38% lo affitta.
Come mi vesto?
La spesa per l’abito da sposa non conosce crisi. Il noleggio non ha raggiunto una percentuale degna di nota. La sartoria di famiglia si fa pagare in media 882 euro. Un atelier specializzato costa in mediai 2.138 euro. In ogni caso, l’88% si affida a uno specialista. Non si bada a spese nemmeno per i gioielli. Nel 50% dei casi sono nuovi. Il costo medio di trucco e parrucco è di 356 euro.
Regali e dintorni
Lontani i tempi della lista nozze con le porcellane per le grandi occasioni, visto che spesso i partner convivono prima del sì. “Lo shift è dai beni durevoli, al consumo voluttuario“, commenta Arcidiacono. Tradotto: due settimane in luna di miele in una località indimenticabile, magari extra lusso. “Oppure il denaro, la famosa busta coi soldi che tanto si usa e si userà”. Di contro, è in ascesa un altro fenomeno: la rivendita del set di posate d’argento.
Passaggio sul web
Come per viaggi e acquisti, anche per l’organizzazione del matrimonio il web fa da bussola. L’88% delle coppie cerca informazioni e idee online e il 54% lo usa per individuare i fornitori. Cosa cercano? Risponde Arcidiacono: “la varietà, la novità, un’idea creativa. Il web è una risorsa”. Lo è anche per le aziende, un terzo delle quali dichiara di aumentare gli investimenti sul versante digitale. Le piccole imprese del settore spendono in media 6.780 per farsi pubblicità.
Assicurarsi che tutto vada bene
E se sulla durata del matrimonio non si può scommettere, almeno la coppia può accertarsi che durante il giorno più importante tutto fili liscio. Come? Con un’assicurazione. Le compagnie assicurative hanno messo a punto polizze pensate per tutelare i promessi sposi da qualsiasi evenienza. A partire da meno di 200 euro. Facile.it ha redatto un vademecum con le voci principali da considerare per assicurare il proprio matrimonio. Si va dall’annullamento della cerimonia, all’annullamento della luna di miele, gli infortuni agli invitati o la tutela giudiziaria. Ma anche la copertura dei servizi di mantenimento della casa e l’assistenza sanitaria ai coniugi per il primo anno di matrimonio. E la garanzia per la perdita di lavoro a tempo indeterminato. Facile.it calcola che per un pacchetto comprendente queste voci il premio è di circa 380 euro.